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Bruxelles vuole escludere i Big Tech dal mercato dei dati finanziari



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L’UE, con l’appoggio della Germania, intende escludere Apple, Meta, Google e Amazon dal nuovo sistema di condivisione dei dati finanziari FiDA. Una scelta che rafforzerebbe le banche europee, timorose di perdere il controllo sui clienti, ma rischia di alimentare tensioni con Washington, dove Trump minaccia dazi contro chi discrimina i colossi tecnologici statunitensi

Pubblicato il 23 set 2025



Ue Fida

L’Unione Europea si prepara a bloccare l’accesso dei colossi tecnologici statunitensi al nuovo sistema di condivisione dei dati finanziari. Con il sostegno della Germania, Bruxelles vuole escludere Apple, Meta, Google e Amazon dalla regolamentazione FiDA, concepita per favorire lo sviluppo di servizi digitali innovativi. Una scelta che rafforza le banche europee ma rischia di innescare scontri commerciali con gli Stati Uniti.


La battaglia politica contro i Big Tech

I Big Tech stanno perdendo la loro battaglia politica a Bruxelles. Nonostante le minacce di Donald Trump di colpire con dazi più alti i Paesi che “discriminano” le aziende americane, le istituzioni europee sembrano orientate a negare loro l’accesso al mercato dei dati finanziari.

Un diplomatico UE ha sintetizzato così la situazione: “Questo è un dossier in cui i Big Tech stanno davvero perdendo la battaglia di lobbying”.

La regolamentazione FiDA e gli obiettivi iniziali

Il regolamento Financial Data Access (FiDA), in fase conclusiva dopo oltre due anni di negoziati, era stato pensato per consentire a fornitori terzi di accedere ai dati di banche e assicurazioni, con l’obiettivo di creare nuovi servizi, come consulenza finanziaria o strumenti digitali per i risparmiatori.

La pressione delle banche europee

Il settore bancario ha però esercitato forti pressioni, sostenendo che aprire i dati ai giganti tecnologici avrebbe comportato rischi enormi, tra cui lo sfruttamento di “dati sensibili” e il rafforzamento di posizioni dominanti. Alla fine, le preoccupazioni delle banche sono state accolte dal Parlamento europeo, dalla Commissione e da capitali chiave come Berlino.

Berlino difende la sovranità digitale

In un documento interno, la Germania ha proposto di escludere i Big Tech “per promuovere lo sviluppo di un ecosistema finanziario digitale europeo, garantire parità di condizioni e proteggere la sovranità digitale dei consumatori”. Una linea che ha trovato ampio consenso politico, trasformandosi nella base della posizione negoziale europea.

Rischio di tensioni con Washington

Un’eventuale esclusione dei Big Tech potrebbe riaccendere le tensioni transatlantiche. Dopo l’accordo commerciale siglato a fine luglio, la scelta europea verrebbe vista da Washington come un ostacolo alle aziende statunitensi. Trump ha già minacciato ritorsioni tariffarie verso chi introduce leggi o tasse “ingiuste” nei confronti delle società americane.

La controffensiva delle lobby tecnologiche

Le associazioni di categoria dei Big Tech non hanno tardato a reagire.

Daniel Friedlaender, a capo della Computer & Communications Industry Association Europe, ha dichiarato: “La visione originaria di FiDA era dare alle persone il controllo sui propri dati e l’accesso a servizi finanziari migliori e più innovativi. Cedendo alle pressioni delle banche tradizionali, l’UE limiterà la scelta dei consumatori e rafforzerà gli operatori storici che già detengono un potere di ‘gatekeeper’ sui dati dei clienti”.

Sulla stessa linea Kay Jebelli della Chamber of Progress: “Le vere guardiane in questo mercato sono le grandi banche, non le piattaforme digitali. Discriminare le aziende tecnologiche statunitensi non solo negherà agli europei nuovi servizi digitali, ma alimenterà anche le tensioni transatlantiche”.

Prossime tappe

Il Parlamento europeo e gli Stati membri puntano a chiudere l’accordo sul testo finale del regolamento entro l’autunno. La Commissione, per ora, ha preferito non commentare.

La decisione europea di escludere i Big Tech dal sistema FiDA appare come una vittoria di breve periodo per le banche, ma rischia di essere un freno all’innovazione. Limitare l’accesso ai dati significa proteggere gli incumbent, non i consumatori. L’UE, nel tentativo di difendere la “sovranità digitale”, potrebbe in realtà ridurre la competitività del mercato, lasciando i cittadini con meno scelta e servizi meno avanzati. Inoltre, lo scontro con gli Stati Uniti apre un fronte geopolitico che potrebbe avere costi economici ben più pesanti dei vantaggi garantiti al settore bancario europeo.


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