Dalla Psd2 alla blockchain, l’Eba scommette sull’open banking

L’Associazione bancaria europea pubblica due studi sui nuovi scenari normativi e tecnologici. Focus sulle opportunità di evoluzione dei servizi offerte dai big data

Pubblicato il 24 Ott 2017

open banking

Esaminare le opportunità offerte dalla direttiva europea Psd2 e dalla tecnologia blockchain per capire in che modo possano favorire una nuova e migliore proposizione delle banche nei confronti della clientela. È questo l’obiettivo che ha mosso i ricercatori dell’Associazione bancaria europea (Eba), che ha messo fra le priorità della propria agenda di studio e ricerca le nuove frontiere dell’open banking e delle criptovalute.

L’utilizzo delle tecnologie che regolano la vita delle nuove monete digitali, spiega l’Eba, può aiutare le istituzioni finanziarie a mantenere o addirittura innalzare il livello di sicurezza e integrità dei dati, migliorando al tempo stesso i servizi e l’esperienza dei clienti. E altrettanto può fare il mutamento del panorama normativo dovuto alla direttiva Psd2 e al regolamento europeo in materia di privacy (GDPR), che aprono scenari inediti sul fronte della raccolta e dell’analisi dei dati.

Alimentata da questi cambiamenti normativi e tecnologici, la tendenza verso l’open banking è secondo l’associazione europea un catalizzatore per i servizi bancari data-driven. “Abbiamo fornito una panoramica dei casi di utilizzo dei dati analitici nel settore bancario e delle indicazioni su come le banche possono generare valore per la clientela sulla base delle opportunità di esplorazione dei dati”, spiega Vincent Brennan, Head of Group Operations & Payments, Bank of Ireland e presidente del gruppo di lavoro Open Banking dell’Eba riferendosi ai due studi pubblicati dall’associazione.

Nel contesto di forte trasformazione digitale guidato da norme e tecnologie nuove, sottolinea l’Eba, le banche partono da una posizione di vantaggio dovuta soprattutto all’esperienza accumulata dal punto di vista del trattamento di informazioni riservate e dell’allocazione dei rischi. Competenze ad hoc per l’estrazione di valore dai dati e partnership fra i player del settore aiuterebbero a massimizzare le intuizioni analitiche, favorendo la creazione di proposte differenziate per i clienti.

La richiesta di uno scambio di dati più aperto e rapido da parte di clienti e autorità di regolamentazione sta inoltre spingendo le banche ad esplorare tecnologie che consentano loro di rispondere alla nuova condivisione dei dati e di gestire le richieste garantendo al contempo la sicurezza dei dati finanziari. In questo scenario l’universo delle criptovalute e dei sistemi hi-tech che le governano offre alle banche alcune opportunità di miglioramento della velocità, dell’accessibilità e dell’operabilità delle soluzioni già esistenti.

Per soddisfare le aspettative dei clienti e i requisiti normativi in materia di controllo e condivisione dei dati e di data governance, “Riteniamo che l’uso delle tecnologie cripto-tecnologiche possa fare la differenza nello sviluppo delle soluzioni – commenta José Vicente, vicedirettore Payments and External Entities Unit del Banco Comercial Português e presidente del gruppo di lavoro sulle cripto-tecnologie dell’Eba -. Gli operatori del settore finanziario hanno ora a disposizione strumenti che consentono loro di sviluppare servizi finanziari che sbloccano la trasparenza, la velocità e l’efficienza delle distributed ledger, garantendo al tempo stesso la sicurezza e l’integrità dei dati”.

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