Australia, Bitcoin è moneta corrente ai fini della tassazione

Pubblicato il 08 Set 2015

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Redazione

Colpo di spugna da parte del Senato australiano, che rovesciando una precedente valutazione dell’Australian Taxation Office (ATO) ha stabilito che le transazioni effettuate con i Bitcoin devono essere tassate negli stessi termini di quelle effettuate con moneta corrente. L’interpretazione, se ratificata dal governo, implica che il 10% di imposte sul valore aggiunto (Goods and Service Tax) applicabili in base al regime precedente, secondo il quale la crittovaluta andava considerata come un bene intangibile, verrà a decadere.

La notizia naturalmente è stata accolta con enorme sollievo dalla community del Nuovissimo continente, ma anche dagli operatori specializzati in scambio di Bitcoin che, a partire dal leader di mercato CoinJar, stavano valutando di trasferire la propria attività nel Regno Unito, dove dal 2014 vige un regime favorevole alla moneta virtuale, le cui transazioni sono esentate dall’Iva.

Il rapporto, che in 74 pagine spiega la posizione del Senato australiano, non si limita a tracciare la nuova rotta fiscale per i Bitcoin. Frutto di mesi di audizioni, indagini, studi su materiali forniti da 48 tra gruppi nazionali e singoli individui con forti interessi nella crittovaluta, il documento raccomanda anche una consultazione tra governo, stati e territori della Federazione per riformulare l’Atto parlamentare del 1999, dedicato alla definizione legale di moneta, per includere le divise digitali. Ed è attraverso questa revisione che i Bitcoin verrebbero esentati dalla Goods and Service Tax. Il Senato non ha però chiarito se la valuta digitale dovrebbe essere classificata come moneta estera o meno ai fini della tassazione.

“Il rapporto sottolinea la difficoltà che le imprese australiane che usano i Bitcoin stanno incontrando nello stabilire e nel mantenere relazioni stabili con le banche”, ha commentato Reuben Bramanathan, associate counsel di Coinbase e docente di Digital Currency Regulation all’università di Nicosia, “ma non indica il modo in cui il problema andrebbe indirizzato. Si tratta comunque di un primo importante segnale di appoggio delle istituzioni a Bitcoin, e la dimostrazione che il governo sta cominciando a focalizzare la propria attenzione sull’enorme impatto potenziale che possono avere le crittovalute sull’economia australiana”.

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