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Capgemini: transazioni senza contanti +15% annuo entro il 2027

Secondo la ricerca dell’istituto, si prevede che il volume delle transazioni senza contanti toccherà quota 1,3 trilioni di dollari a livello mondiale entro il 2023. Ecco i dati sul futuro dei pagamenti digitali nel dettaglio

Pubblicato il 25 Set 2023

Capgemini: il valore delle transazioni senza contanti a quota 1.3 trilioni nel 2023

Capgemini ha rilasciato il World Payments Report 2023, secondo cui il valore delle transazioni senza contanti supererà il trilione di dollari nel 2023.

Ecco i dati sul futuro dei pagamenti digitali nel dettaglio.

Capgemini rilascia il World Payments Report 2023

Secondo la ricerca del Capgemini Research Institute, si prevede che il volume delle transazioni senza contanti toccherà quota 1,3 trilioni di dollari a livello internazionale entro il 2023.

Il report indica inoltre che, grazie ai nuovi sistemi di pagamento digitali in ambito consumer e aziendale, la crescita subirà un’accelerazione fino a raggiungere i 2,3 trilioni di dollari entro il 2027. Il tasso di crescita annuo sarà del 15%.

Su base regionale, si stima che i pagamenti digitali aumenteranno del 19,8% nell’area Asia-Pacifico. Invece del 10,7% in Europa e del 6,5% in Nord America entro il 2027.

L’ampliamento dell’infrastruttura di pagamento digitale, le normative e l’open banking hanno un forte impatto nel modo in cui consumatori e aziende comprano beni e servizi.

Dal report emerge che entro il 2027 i nuovi metodi di pagamento (pagamenti istantanei, moneta elettronica, portafogli digitali, pagamenti da conto a conto e QR code) sono destinati a detenere circa il 30% del volume totale.

Invece quelli non-cash tradizionali (assegni, addebiti diretti, carte e bonifici) caleranno a circa il 70% del volume complessivo delle transazioni non-cash.

Capgemini Research Institute for Financial Services Analysis, 2023

Il senso di insoddisfazione dei responsabili delle tesorerie aziendali

Il report indica che più della metà dei tesorieri aziendali crede che la crescente globalizzazione del commercio e le continue interruzioni della supply chain abbiano favorito la domanda di servizi di cash management (CMS).

Un altro terzo ritiene che l’aumento dei rischi (geopolitici e di sicurezza informatica), in continua evoluzione, abbia reso critici i CMS. Invece quasi il 30% punta il dito contro l’incremento dell’inflazione come origine dell’esigenza in aumento di gestire meglio la liquidità.

Le aziende fronteggiano venti economici contrari. Tuttavia le attuali offerte di CMS non sono in grado di soddisfare le multinazionali. E ciò non avviene, nonostante le oltre 27 relazioni bancarie a disposizione, in media, per la gestione delle necessità di tesoreria.

Oltre il 70% dei dirigenti aziendali ha infatti problemi di negligenza in ambito controversie, scarsa valutazione del rischio di credito e ritardi o duplicazioni nell’elaborazione dei pagamenti.

Tuttavia il 63% dei dirigenti dediti ai pagamenti considera le infrastrutture legacy come il limite all’offerta di CMS efficaci. Dunque la soluzione è chiato.

“L’attuale modello di gestione dei servizi di cash management necessita di una revisione. I dirigenti aziendali sentono la pressione delle crescenti inefficienze dovute ai lunghi cicli di conversione del contante”, commenta Dario Patrizi, Financial Services Director di Capgemini in Italia. “Il nostro report evidenzia chiaramente come una solida struttura digitale sia la strada da percorrere per ottimizzare la catena del valore. Semplificando la complessità intrinseca dei propri modelli operativi e informatici, le banche e le società di pagamento possono incrementare la produttività e le prestazioni per gestire le esigenze di tesoreria dei clienti”.

Per i clienti corporate serve un’esperienza di pagamento affine a quella retail

Soluzioni di pagamento nuove e progetti di settore promuovono la crescita dei pagamenti digitali tra le aziende. Anche le prospettive sono in evoluzione. Nel 2023 il 63% della clientela corporate infatti richiederà alle banche un’esperienza di pagamento più affine a quella retail.

Il settore dei pagamenti, all’avanguardia nella digitalizzazione, sta tuttavia registrando costi dovuti agli adempimenti normativi locali, regionali e internazionali (tra cui ISO 20022 e le iniziative SWIFT per i pagamenti globali).

Ciò lascia poco spazio agli investimenti innovativi futuri. Secondo i dirigenti del settore dei pagamenti, sfiora l’80% la quota delle fonti di guadagno prodotte dai pagamenti tradizionali in difficoltà. Inoltre i fornitori di servizi devono cercare un riequilibrio fra la loro attenzione tra i pagamenti retail e quelli commerciali.

A livello mondiale, più del 50% dei responsabili dei pagamenti pensa che i pagamenti commerciali promettano un profitto potenzialmente superiore rispetto a quelli retail.

World Payments Report 2023: conclusioni

Il rapporto non solo esamina le tendenze nel settore del commercio al dettaglio, ma analizza anche l’uso commerciale e le sfide che le aziende devono affrontare nell’adottare sistemi di pagamento digitali.

La trasformazione digitale end-to-end delle transazioni bancarie comporta un impegno top-down, una coesiobe di pianificazione e una condivisione di obiettivi per le riforme strutturali.

Il 67% dei dirigenti bancari pensa che una collaborazione strategica con la clientela corporate possa ridurre la minaccia di disintermediazione da parte di FinTech e PayTech.

Invece il 57% dei dirigenti del settore dei pagamenti afferma che i partner bancari strategici usufruiscono di maggiori opportunità di cross-selling e up-selling, attraverso queste relazioni.

Per stabilire relazioni strategiche di cash management con le aziende clienti, il report consiglia alle banche e alle società di pagamento una strategia multi-livello:

  • semplificazione del back office per alimentare innovazione e agilità;
  • sfruttare le piattaforme per registrare un aumento dell’efficienza nella gestione della liquidità;
  • relazionarsi alle aziende clienti in qualità di partner strategici e non come fornitori di servizi.

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