Pagamenti Digitali: l’Italia agli ultimi posti, serve un’azione del Governo

L’Italia si trova agli ultimi posti in termini di utilizzo dei pagamenti elettronici e rischia di perdere ulteriori posti nei prossimi anni. Per colmare il gap rispetto agli altri Paesi europei è necessaria un’azione decisa da parte del Governo

Pubblicato il 25 Set 2019

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Italia all’ultimo posto in termini di utilizzo delle carte di credito come strumento di pagamento rispetto alle controparti europee, nonostante, insieme alla Grecia, abbia la più alta diffusione di terminali POS (circa 52 mila per milione di abitanti). Seppur con un 16% di crescita dei pagamenti con carta pro-capite rispetto al 2017, il nostro Paese risulta ancora uno dei fanalini di coda tra i ventisette paesi dell’Unione Europea aggiudicandosi la ventitreesima posizione con circa 65 pagamenti all’anno a testa. Inoltre, gli ultimi in classifica sono pronti alla rimonta. La Romania cresce del 39%, la Grecia del 27% e la Bulgaria del 26%. L’unica consolazione è quella di rimanere a braccetto della Germania, paese però che ha una grossa fetta di pagamenti effettuati direttamente da home banking e da bonifico, e nel quale il contante è comunque usato molto meno che in Italia.

Dati pubblicati dalla Banca Centrale Europea che testimoniano il ritardo accumulato dal nostro Paese è evidente e risulta sempre più accentuato. “Quello che manca oggi è un piano strategico completo volto alla lotta all’evasione e alla promozione dei servizi elettronici e digitali di pagamento. Un sistema che sia in grado di modernizzare il nostro Paese, facendo leva sul cambiamento culturale che deve coinvolgere esercenti e consumatori” commentano Valeria Portale e Ivano Asaro, direttori dell’Osservatorio Innovative Payments  del Politecnico di Milano, che da tempo si impegna ad analizzare il tema dei pagamenti elettronici e tre anni fa ha sviluppato una proposta volta all’incentivazione dei pagamenti elettronici con l’obiettivo di recuperare il mancato gettito di circa 24 miliardi di euro all’anno legato prevalentemente ai pagamenti in contante.

Il gap dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’UE

Nel 2018 le carte sono state utilizzate per effettuare poco più di 55 miliardi di pagamenti in Europa (+13%), per un totale di circa 2,2 trilioni di euro di spesa. La Francia con oltre 13 miliardi di pagamenti sale in prima posizione per numero di pagamenti con carta, posizione finora detenuta appunto dal Regno Unito, seguita da Germania (5,3 miliardi) e dal terzetto Olanda-Polonia-Spagna (4,7 miliardi).

Tra i Paesi più sviluppati in termini di pagamenti digitali, anche quest’anno, gli scandinavi dell’Unione: Danimarca, Svezia e Finlandia. Oltre alla popolarità di servizi di Mobile Payment locali come Swish e MobilePay, la carta è utilizzata quotidianamente, con un numero di transazioni annuali pro-capite che si aggira intorno ai 350 con una crescita rispetto al 2017 del 4%, che dimostra come i pagamenti digitali siano ormai diventati pervasivi nella vita delle persone. Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Ungheria (rispettivamente all’12°, 13°, 14° e 18° posto) stanno facendo registrare un aumento dell’utilizzo delle carte superiore al +20%.

Secondo Valeria Portale e Ivano Asaro “Per colmare il gap rispetto agli altri Paesi europei è necessaria un’azione decisa da parte del Governo che deve essere: ampia (coinvolgere un elevato numero di consumatori e/o esercenti), efficace (capace di colmare il gap in breve tempo), persistente (capace di cambiare le abitudini e la cultura anche nel momento in cui dovesse essere “spento” l’incentivo), semplice (per accedere a incentivi o detrazioni consumatori ed esercenti devono poterlo fare senza una eccessiva burocratizzazione del processo) e positiva (sì agli incentivi, no agli obblighi). In questa direzione vanno molteplici proposte che sono già state avanzate: dagli incentivi sullo spesa, alle detrazioni fiscali.”

Immagine fornita da Shutterstock

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