Pagamenti, così il Covid-19 cambierà le nostre abitudini

L’analisi di Davide Celli, direttore Banca & Assicurazioni Minsait in Italia: “L’emergenza in corso modifica le nostre abitudini di consumo e spinge la diffusione dei pagamenti digitali”

Pubblicato il 22 Apr 2020

Pagamenti digitali

La sfida senza precedenti che stiamo vivendo in questi giorni come conseguenza della rapida diffusione del COVID-19, con impatti ancora incalcolabili negli ambiti umanitario, economico e socio-culturale, sta modificando le nostre abitudini di consumo, il modo in cui acquistiamo e il modo in cui paghiamo.

Visto il rischio dato dall’utilizzo di denaro contante come mezzo di trasmissione di COVID-19, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) suggerisce di effettuare i pagamenti con carta e, più specificamente, con tecnologie contactless.

Di conseguenza in tutto il mondo è necessario riconsiderare l’utilizzo del contante e promuovere iniziative che favoriscano i pagamenti elettronici, spingendo il progresso verso una società cashless. 

In questo senso, lo scenario post-emergenza sanitaria potrebbe essere caratterizzato da un’accelerazione dei sistemi di pagamento cashless in Italia, nonché dal commercio online, la cui crescita esponenziale potrebbe determinare un profondo cambiamento a lungo termine nelle abitudini dei consumatori, fino ad ora caratterizzate da un forte attaccamento culturale al contante.

In effetti, stiamo già assistendo a profondi cambiamenti nei modelli di consumo, caratterizzati da una concentrazione della spesa in beni essenziali come alimenti o prodotti farmaceutici. La disinformazione, insieme alla crescente preoccupazione dei consumatori, favoriscono gli acquisti impulsivi. Allo stesso tempo, vi è una drastica riduzione, a livello globale, della spesa media nelle categorie di trasporto, carburante e ristorazione, come evidenziato dal grafico realizzato dalla startup specializzata in servizi di aggregazione delle informazioni Afterbanks di Minsait Payments.

Secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati da Banca d’Italia, il numero di carte di credito in Italia è aumentato solo del 9% negli ultimi sei anni. Considerando la disruption digitale che sta coinvolgendo il settore, neanche l’aumento del 37% nell’uso delle carte di debito (che continuano ad essere il metodo di pagamento senza contanti preferito nel paese) tra il 2012 e il 2018 sembra essere abbastanza.

Una transizione verso un modello cashless che risulta lenta nonostante l’impulso dato dalla Commissione Europea ai pagamenti istantanei dai conti correnti, nel tentativo da un lato di ridurre la dipendenza dagli schemi di carte internazionali e l’influenza dei nuovi ecosistemi asiatici e dall’altro a favorire la protezione della privacy e la gestione sicura dei dati.

L’ultimo Rapporto sui metodi di pagamento di Minsait Payments, relativo al 2019, evidenzia uno scenario in Europa dominato dal processo di implementazione della normativa PSD2. Il dibattito negli ultimi mesi, prima dell’emergenza sanitaria, è incentrato sull’ampliamento degli impatti della normativa su due aspetti fondamentali: la necessità di andare oltre i semplici pagamenti (Open Banking) e l’estensione del modello di dati aperti ad altri settori non finanziari (Open Data) come servizi pubblici, telecomunicazioni e utilities.

Se in questo contesto di attuazione, la comunicazione è la chiave per promuovere modelli di pagamento diversi dai contanti, la situazione di emergenza sanitaria e l’isolamento decretato dalle autorità possono rivelarsi alleati inaspettati, con la capacità di favorire l’evoluzione delle abitudini di acquisto e di consumo dei cittadini.

Ne sono un esempio alcuni dei servizi di food delivery più popolari in Italia, che in questo momento di emergenza hanno deciso di disabilitare la possibilità di pagare in contanti alla consegna, lasciando aperta la sola possibilità di pagare cashless tramite app, così da tutelare la salute di clienti e rider.

Nello scenario post Covid-19, la possibile accelerazione verso un modello di consumo senza contanti richiederà un profondo adattamento da parte di tutti gli attori economici. I pagamenti sono stati, sono e saranno sempre un ecosistema, attività di rete il cui successo è sempre più condizionato dall’esperienza utente (UX). La rete fornisce ubiquità e (idealmente) immediatezza, l’UX fornisce omnicanalità, convenienza, semplicità ed empowerment. La sicurezza, data per scontata, è invisibile, ma consuma molte risorse ed è un’attività sottostante che, al pari degli altri elementi del sistema, deve operare senza interruzioni.

Le nostre istituzioni e aziende sono pronte offrire agli utenti l’esperienza e la sicurezza adeguate al nuovo modello di pagamento che si imporrà dopo l’emergenza sanitaria?

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