Il Retail Report 2025 pubblicato da Adyen, piattaforma tecnologico-finanziaria utilizzata da brand di livello globale, fotografa un cambiamento profondo nei comportamenti di consumo. Quasi un terzo degli italiani (32%) dichiara oggi di usare l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza d’acquisto, con un incremento del 47% rispetto al 2024. Una tendenza destinata a rafforzarsi: il 53% degli intervistati si dice pronto a fare acquisti attraverso strumenti AI in futuro.
“I consumatori stanno adottando l’AI a una velocità senza precedenti, scoprendo come questa tecnologia sia in grado di trasformare l’esperienza di acquisto”, ha osservato Roelant Prins, Chief Commercial Officer di Adyen.
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Gen Z al comando, ma i Boomer sorprendono
La Generazione Z (16-27 anni) si conferma la più propensa a integrare l’AI nello shopping: il 53% la utilizza regolarmente. Tuttavia, il dato più sorprendente riguarda i Baby Boomer (60-78 anni), che registrano il maggiore aumento d’adozione: +58% rispetto all’anno precedente. Anche la Gen X (44-59 anni) mostra un incremento marcato, con un +54%.
Nonostante ciò, solo il 16% degli over 60 dichiara di utilizzare oggi l’AI per fare acquisti. Le percentuali salgono al 44% per i Millennial e al già citato 53% per la Gen Z.
Le motivazioni sono varie: il 53% dei consumatori italiani che usano l’AI per fare acquisti afferma di trarne ispirazione per scegliere abbigliamento, alimentari e altri articoli. Il 9% individua tramite AI le migliori idee per nuovi prodotti, mentre oltre la metà (52%) desidera scoprire brand unici, spesso difficili da trovare nei circuiti tradizionali. Questo apre scenari interessanti per i retailer, che possono sfruttare partnership e strategie di cross-selling per differenziarsi.

Retailer cauti: solo uno su quattro investirà nell’AI
La distanza tra consumatori e aziende si fa evidente. Solo il 25% dei retailer italiani ha intenzione di investire nell’intelligenza artificiale nei prossimi 12 mesi per potenziare vendite e marketing. Un ulteriore 22% prevede di utilizzarla per l’innovazione di prodotto.
Holly Worst, VP of retail di Adyen, spiega: “L’intelligenza artificiale non è più considerata una scommessa per il futuro, ma un imperativo attuale per retailer e consumatori. A inizio 2025 abbiamo lanciato Adyen Uplift, la nostra suite di ottimizzazione dei pagamenti alimentata dall’AI che aiuta le aziende ad aumentare la conversione dei pagamenti, a semplificare la gestione delle frodi e a ridurre i costi delle transazioni”.
Worst aggiunge: “Adottando l’intelligenza artificiale in questo modo, siamo in grado di aiutare i retailer a offrire una customer experience senza precedenti, in quanto gli acquirenti ‘buoni’ sono in grado di accelerare le operazioni di checkout, mentre noi possiamo intercettare le transazioni fraudolente. È evidente il motivo per cui l’AI abbia conquistato il primo posto come fattore di crescita più citato per il 2025”.
Unified Commerce: il vero tassello mancante
Nonostante l’interesse per le tecnologie emergenti, l’Italia sconta un ritardo sul fronte dell’integrazione omnicanale. Solo il 38% dei retailer consente oggi di acquistare e concludere transazioni facilmente tra canali online e offline. Il 16% prevede di attivare questa funzione entro l’anno, mentre il 14% punta a introdurre esperienze esclusive in negozio.
Il Retail Report 2025 sottolinea che lo Unified Commerce resta cruciale per il successo a lungo termine dei brand. Il 37% dei consumatori si aspetta un’esperienza d’acquisto fluida e integrata su più canali, dai social alle app, fino agli e-commerce. Il 29% dichiara di usare già i social media per comprare prodotti.
Il negozio fisico resiste: tra emozione e immediatezza
Nonostante la crescita dei canali digitali, i negozi fisici mantengono una posizione centrale: il 37% degli italiani continua a preferirli, contro il 23% che opta per l’online. Tra i motivi principali spiccano il desiderio di toccare con mano il prodotto (41%), provarlo prima dell’acquisto (40%) e uscire subito dal negozio con l’articolo (31%).
La sfida, per i retailer, sarà dunque integrare AI, esperienze digitali e spazi fisici in un ecosistema coerente, capace di rispondere alle esigenze di consumatori sempre più tecnologici, ma ancora affezionati all’interazione diretta.