AIIP: l’Italia ha bisogno di innovazione anche nei pagamenti digitali

Maurizio Pimpinella, presidente di AIIP, esprime le sue preoccupazioni sul livello di competitività delle fintech italiane

Pubblicato il 15 Mag 2017

C’è un mercato del lavoro importante che gira intorno al mondo del digital payment. Ne è convinto Maurizio Pimpinella, presidente dell’AIIP, l’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica, che parla di posti di lavoro altamente specializzati e di un “corposo indotto nel terziario”, puntando tuttavia il dito verso una scarsa competitività delle realtà locali italiane.
Mancano in Italia realtà paragonabili a Stripe, la piattaforma di digital payment utilizzata da realtà quali Shopify, Twitter, Salesforce: altri competitor stanno in questo momento traendo vantaggio dell’enorme potenziale italiano.
La competizione, nella visione di Pimpinella, si gioca proprio sulla capacità di innovazione ed è necessario che nel nostro Paese si dedichino maggiori sforzi e maggiori investimenti ai processi innovativi.

Per AIIP è necessario compensare le spinte innovative che arrivano dai mercati asiatici

Serve un’azione di compensazione a quelle fortissime spinte di innovazione che arrivano da Oriente e dalla Cina in particolare. Quella Cina che sta dando vita a una nuova Silicon Valley e dove è lo Stato stesso che promuove i percorsi di innovazione con programmi di finanziamento e agevolazioni a chi apre nuove imprese.

Nell’ambito dei pagamenti digitali il caso di riferimento è rappresentato di AliPay, la PayPal di Alibaba, che proprio nel nostro Paese stringe accordi di collaborazione con realtà quali gli Aeroporti di Roma così da sfruttare le opportunità che nascono dai flussi di turisti cinesi che viaggiano in tutto il mondo.
E che forse avrebbe bisogno di un contraltare che nasca e si sviluppi proprio in Italia.

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