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PMI europee tra AI e digitale: ma il divario rallenta la trasformazione



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Il nuovo osservatorio, realizzato con Appinio, fotografa il ritardo digitale delle PMI europee. Sebbene il 92% delle imprese riconosca l’importanza di digitalizzazione e AI, solo il 19% ha una strategia chiara. In Italia il 59% considera il digitale cruciale, ma la resistenza al cambiamento resta un ostacolo strutturale

Pubblicato il 14 ott 2025



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Qonto, la soluzione di gestione finanziaria leader in Europa con oltre 500mila clienti, ha pubblicato il suo nuovo osservatorio sulla trasformazione digitale delle piccole e medie imprese. Lo studio, condotto insieme ad Appinio su 1.600 decisori senior in Italia, Francia, Germania e Spagna, evidenzia un paradosso: le PMI europee stanno adottando strumenti di intelligenza artificiale senza aver ancora completato la digitalizzazione di base.

“La nostra ultima indagine rivela una tendenza chiara che le PMI europee seguono nell’affrontare le sfide del digitale: sebbene il 92% consideri la digitalizzazione e l’IA importanti per il proprio business, solo il 19% dispone attualmente di una chiara strategia e di risorse sufficienti”, spiega Alexandre Prot, Co-founder & CEO di Qonto.

Secondo Prot, il fenomeno è evidente nell’adozione degli strumenti: “In Europa quasi il 50% delle PMI utilizza quotidianamente strumenti di GenAI come ChatGPT, mentre solo il 24% ha digitalizzato i propri sistemi contabili e il 22% utilizza strumenti di videoconferenza”.


Italia: tra pionieri digitali e ritardatari

In Italia, appena il 59% delle PMI considera la digitalizzazione “assolutamente cruciale” o “molto importante”, nonostante il 77% ne riconosca la rilevanza. Questa polarizzazione divide il tessuto imprenditoriale tra aziende all’avanguardia e realtà ancora arretrate.

A livello europeo, il 92% delle PMI riconosce la rilevanza della digitalizzazione e dell’AI, ma solo il 62% la considera una priorità assoluta.

In pratica, quasi 4 aziende su 10 vedono il digitale come “abbastanza importante” ma non strategico, un atteggiamento che rischia di rallentare l’innovazione e rendere le imprese vulnerabili alla disruption tecnologica.


Le imprese “preparate” al digitale

Nonostante le difficoltà, quasi 7 PMI italiane su 10 (68%) si dichiarano pronte alla trasformazione digitale, un dato che colloca l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania. Nel complesso, però, il 40% delle PMI europee – pari a circa 10 milioni di aziende – si sente solo parzialmente o per nulla preparato. Di queste, il 10% (2,4 milioni di imprese) non è affatto pronto.


AI e competenze: il vero divario

Sul fronte dell’intelligenza artificiale, l’Italia si allinea alla media europea: il 46% delle PMI utilizza strumenti di AI, come generatori di testo o immagini. Tuttavia, il Paese registra anche il più alto tasso di stagnazione digitale (12%), ovvero imprese che non hanno introdotto alcuna nuova tecnologia.

Le aree più avanzate riguardano la gestione documentale (32%), i sistemi di data analytics e business intelligence (30%) e il marketing automatizzato (27%). In Europa, solo il 24% delle PMI ha digitalizzato la contabilità e il 22% usa regolarmente piattaforme di videoconferenza, segno di un’adozione ancora parziale delle tecnologie fondamentali.


Automazione e produttività

L’automazione si conferma una leva concreta di efficienza: il 52% delle PMI italiane risparmia almeno 10 ore settimanali grazie a processi automatizzati, un dato perfettamente in linea con la media europea (52,7%). Un’impresa su dieci in Europa guadagna oltre 20 ore, l’equivalente di mezza settimana lavorativa.


La fiducia (e la resistenza) nel digitale

La digitalizzazione, però, incontra ancora ostacoli culturali. Le PMI italiane sono le uniche in Europa a citare la resistenza organizzativa al cambiamento (22%) come uno dei principali freni, insieme alla sicurezza delle soluzioni digitali (31%) e alle competenze tecniche (28%).

Nel resto del continente, le preoccupazioni principali riguardano la sicurezza informatica (33%), il gap di competenze (28%) e la regolamentazione (25%).


Il metodo dell’indagine

Il sondaggio di Qonto, condotto da Appinio ad agosto 2025, ha coinvolto 1.600 decisori senior in Francia, Germania, Italia e Spagna. Tutte le aziende partecipanti contavano meno di 250 dipendenti, offrendo così una panoramica rappresentativa della realtà delle PMI europee nel percorso verso la maturità digitale.


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