Un unico strumento per identificarsi, firmare contratti, accedere a servizi sanitari e pubblici, iscriversi a un’università o effettuare un pagamento, ovunque ci si trovi nell’Unione europea. È questa la promessa del Portafoglio Europeo di Identità Digitale (EUDI Wallet), previsto dalla normativa eIDAS2. Per accelerarne lo sviluppo, la Commissione europea ha finanziato quattro grandi progetti pilota, tra cui NOBID, che coinvolge sei Paesi: Danimarca, Germania, Islanda, Lettonia, Norvegia e Italia.
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L’Italia in prima linea
La rappresentanza italiana è ampia e include ABI Lab, Bancomat, Banca Sella, Intesa Sanpaolo, Intesi Group, PagoPA, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Poste Italiane e Tinexta Infocert, sotto la guida del Dipartimento per la trasformazione digitale.
ABI Lab, in particolare, ha sviluppato casi d’uso concreti legati ai pagamenti digitali e all’interazione tra portafogli elettronici e servizi bancari, rendendo l’Italia un laboratorio di riferimento all’interno del consorzio.
Pagamenti come leva strategica
Secondo Kyrre Rødsjøsæter, project manager di NOBID, i pagamenti sono stati scelti come punto di partenza perché rappresentano uno dei casi d’uso più frequenti e immediati per i cittadini. L’idea è creare un’esperienza fluida: un italiano dovrebbe poter pagare una tassa universitaria a Madrid, inviare denaro a Berlino o aprire un conto a Oslo con lo stesso strumento digitale.
Superare la frammentazione
Uno dei principali ostacoli emersi è la frammentazione delle soluzioni nazionali. Alcuni Paesi, come la Norvegia, dispongono già di servizi digitali avanzati, ma con regole e piattaforme non interoperabili. NOBID punta a integrare queste differenze in un unico ambiente sicuro e conforme, superando le barriere tecnologiche e normative. Per testare l’interoperabilità, i partner hanno creato un ambiente di simulazione condiviso, dove vengono verificati casi reali di utilizzo transfrontaliero.
Privacy e fiducia al centro
La sicurezza dei dati e la protezione della privacy sono pilastri fondamentali del progetto. Ogni Paese assicura la piena conformità al GDPR, pur rispettando le proprie specificità nazionali. Rødsjøsæter sottolinea che la fiducia degli utenti sarà decisiva per il successo dell’EUDI Wallet: le esperienze nordiche mostrano che le persone adottano più facilmente strumenti digitali quando integrano servizi quotidiani e offrono vantaggi concreti, come risparmio di tempo e trasparenza nella gestione dei dati.
La roadmap verso il 2026
I progetti pilota, compreso NOBID, stanno ponendo le basi per le prossime fasi di sviluppo, che prenderanno il via in autunno. L’obiettivo finale è rendere disponibile un portafoglio digitale operativo entro la fine del 2026. Se la sfida sarà vinta, l’Europa potrà dotarsi di uno strumento unico, capace di rafforzare l’integrazione digitale e semplificare la vita quotidiana di cittadini e imprese.



